Pudro 2013 - parte seconda

Eccomi ad un altro resoconto delle mie uscite al biotopo del lago Pudro.
Ci sono novità? Sì e no.... dipende da come si vogliono interpretare.

A volte infatti anche la normalità rappresenta una novità, soprattutto quando le condizioni climatiche avevano fatto pensare ad una annata tutt'altro che normale.
Come già accennato ad esempio gli svassi maggiori, che sembravano aver dato buca, hanno in realtà nidificato anche quest'anno ed ora sono indaffarati ad allevare tre bei pulcini.










Anche le folaghe sono nelle medesime condizioni e stanno insegnando ai loro piccoli a nutrirsi da soli.

Il lago è pieno di ninfee e nei paraggi volano libellule. Il sottotipo predominante è di un bel azzurro acceso.
Qualche lucertola fa capolino sui tronchi degli ontani ricoperti di muschio lungo la riva

mentre gli aironi cenerini pasteggiano pescando nel lago le loro prede.

Il maschio del germano reale sta assumendo la livrea eclissale che lo porterà ad assomigliare alle femmine: la sua stagione degli amori è ormai finita e quindi il bel verde metallico a sfumature blu che caratterizza il suo capo si sta lentamente sbiadendo.

Nei campi circostanti poi una coppia di nibbi bruni volteggia alla ricerca di cibo mentre sopra passano fischiando una coppia di falchi pellegrini... troppo alti per poterli fotografare.

Un attimo dopo è possibile documentare anche il passaggio di un falco pecchiaiolo.

E' interessante notare la differenza della configurazioni delle ali, più larghe e corte quelle del pecchiaiolo, larghe, lunghe e tronche quelle del nibbio bruno , strette lunghe ed appuntite quelle del falco pellegrino. Tre ali diverse per tre tipologie diverse di volo: le ali del nibbio sono ottimizzate per il volo a bassa quota (mi ricordano le ali dello Spitfire Mk XII e dello Spiteful della seconda guerra mondiale), quelle del pecchiaiolo sono più adatte al volo in quota, ricordano quelle degli Spitfire originali, il pellegrino infine è disegnato per la velocità con ali a freccia variabile a seconda delle andature (e se vogliamo cercargli un equivalente meccanico c'è qualche difficoltà in più ma potremmo trovare qualcosa di simile in quei caccia con ali a geometria variabile degli anni 80 come il Tomcat o il Sukhoi SU 17).
Le ali sono quindi state disegnate dalle leggi dell'aerodinamica che l'uomo ha scoperto e sviluppato solamente nell'ultimo centinaio d'anni mentre la natura le ha inconsciamente trovate ed utilizzate attraverso la selezione delle specie. In aeronautica si scelgono ali corte e larghe per velivoli che devono volare a bassa quota perché a bassa quota ci sono maggiori turbolenze ed un ala corta soffre meno di un'ala lunga. Più si sale in quota e meno le turbolenze danno fastidio, così le ali possono allungarsi.

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