Lituania: le cicogne

 Partire per la Lituania significa sperare di incontrare almeno un paio degli animali tipici della zona e l'animale simbolo per eccellenza è senza dubbio la cicogna.
In un giro di due settimane speri di avere la fortuna di vederne almeno un paio, poi ti fermi a pensare e ti immagini che, come succede da noi se cerchi un airone bianco o un cenerino, se non sei del posto potresti anche girare a vuoto per un mese... e l'inizio non è promettente, in linea con le aspettative: sia a Trakai che a Kaunas non c'è traccia di cicogne.
Ma lo spostamento successivo è verso Siluté, porta naturale del parco del delta del Nemunas.
L'autostrada scorre facile, il traffico è praticamente inesistente, chilometri di quadrati di verde indisturbato con l'orizzonte disturbato solamente dall'immancabile linea elettrica.
Lasciata l'autostrada le strade si fanno più strette, a volte sterrate, si incontra qualche paese e qualche casa dispersa ed ecco, sul palo della luce, in cima allo stesso, poco distante da un gruppo di tre case, un nido di cicogna: è controluce ma è il primo che incontriamo, non si può non provare a fare una foto... che viene anche bene, con l'adulto che mostra un'espressione decisamente dolce, forse anche il taglio dell'occhio dell'animale che dona questa espressione ha contribuito al mito che la cicogna porta i bambini!


La voglia di starla ad ammirare è tanta ma bisogna proseguire il viaggio.
Arrivati in un paese vero e proprio, Švėkšna, con tanto di supermercato e chiesa, giriamo a sinistra ed ecco un nuovo nido: ci sono entrambi gli adulti ed è perfettamente illuminato. Nuova inevitabile fermata ma questa volta non sono silenziose, fanno insistentemente sbattere i becchi buttando la tesa all'indietro generando il loro classico verso. Lo interpretiamo come manifestazione di disturbo per la nostra presenza così ce ne andiamo velocemente....


Da adesso in poi gli avvistamenti si faranno sempre più frequenti: le cicogne sono ovunque, nei prati in alimentazione e sui pali della luce in nidificazione.
In alimentazione stanno abbastanza lontane tra loro, difficile vederne due nello stesso prato, invece sull'isola di Rusné la densità si fa molto elevata.
Sono diventate anzi un animale antropico, cercano espressamente le zone dove vive l'uomo e l'uomo ha trovato un modo di convivere in maniera pacifica: i nidi nei camini sono pericolosi così in cima ai pali della luce sono stati creati degli anelli metallici molto larghi che le cicogne hanno imparato ad usare come base per costruire i loro nidi.
La simbiosi è talmente collaudata che in tutto il giro abbiamo trovato nidi sia in uso che abbandonati praticamente solo sui pali della luce attrezzati, un paio su camini di case e solamente uno naturale costruito su un complesso di rami molto articolato.

Il delta del Nemunas è il loro paradiso ma un po' in tutta la zona costiera è facile imbattersi in loro. mentre nelle zone più interne, sebbene restino ricche d'acqua con laghi anche di grandi superfici e torrenti, il numero cala drasticamente.


... e questa in volo cosa fa? esercizi per rinforzare le ali per "le consegne" di novembre, per quando passerà sulle nostre teste migrando verso i paesi caldi?
no, le cicogne NON portano i bambini.
Delusi? Consolatevi sapendo che in ogni leggenda c'è un fondo di verità e la verità è che ....
è esattamente il viceversa: sono i bambini che portano le cicogne!
In che senso? semplice le cicogne nidificano nei paesi del nord Europa ma le uova hanno bisogno di caldo e le cicogne lo sanno così, in tempi remoti, presero l'abitudine, quando arrivavano in primavera, di andare a cercare i camini caldi.
Anche i bambini piccoli, nei primi mesi di vita, hanno bisogno di caldo, così, mentre nella maggior parte delle case i fuochi venivano spenti, in quelle in cui era appena nato un bambino il fuoco era tenuto bello vispo e le cicogne allora impararono a scegliere proprio quelle case con i camini caldi per costruire il nido.
Così nelle case in cui c'era un bambino piccolo, sul camino c'era anche un nido di cicogne... la relazione è esattamente il viceversa di quello che le storie nordiche raccontano.


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