Riserve naturali di Cavenade e foci dell'Isonzo

Tra gli stanziali di particolare interesse dovrebbero esserci i fenicotteri rosa ... ed in effetti ci sono ma sono nel punto più lontano dell'ampia superficie d'acqua. Ho provato a raggiungerli camminando parecchio attorno all'oasi ma la zona è protetta e riservata, ci si accede solo accompagnati dagli operatori della riserva... e non è detto che si riesca ad arrivarci vicini nemmeno da lì.
Le due torrette che si trovano lungo il sentiero che dal punto informazioni si snoda lungo il perimetro est del lago sono molto diverse: la prima offre una visione d'insieme del lago, la seconda invece un punto di osservazione su un canneto molto fitto dove il gracchiare delle rane sovrasta ogni altro suono ma dove la presenza di uccelli è davvero scarsa.

Fortuna vuole che mentre son lì uno zafferano viene ad atterrare proprio di fronte a me.
Dopo un po', prende la rincorsa decolla e si allontana mentre altri due esemplari galleggiano più distanti a nord del punto di osservazione.
Dopo poco sull'agglomerato galleggiante di rami poco distante dal punto di osservazione viene a posarsi un marangone minore. Dalle foto si può vedere come abbia un filo attorno al becco, probabilmente una lenza da pesca.
La povera bestia, strofinando il becco tra le piume, riesce in parte a liberarsi, ma resta comunque un fil che


Molto più lontani, in mezzo allo secchio d'acqua, su dei posatoi, stanno a riposare delle sterne comuni in compagnia di un marangone minore.


E' qui, lungo la passerella, che si fa sentire un canto un beccamoschino. Nonostante ci sia un gazebo lungo la passerella che, con il suo tetto, riduce la mia visibilità, non c'è però modo di attirarlo vicino e il sole a picco completa l'opera.
Rimane comunque il primo incontro con questo piccolo e grazioso insettivoro.

Lascio le foci dell'Isonzo mentre osservo una garzetta che, come un falco, cala in picchiata verso la superficie del fiume, attratta da non si sa cosa: comportamento che non ho mai visto in un ardeide, soprattutto tenendo il collo così ripiegato e poco aereodinamico!
Sembra più un primo tentativo che una tecnica di caccia collaudata, o forse è solo un modo rapido per perdere quota e non ha velleità predatorie.
Sembra più un primo tentativo che una tecnica di caccia collaudata, o forse è solo un modo rapido per perdere quota e non ha velleità predatorie.
Torno allora verso la riserva e provo il lato sud dove poco dopo un chilometro di camminata incontro un cancello, superabile solamente se accompagnati dalle maestranze della riserva.
Qui, appena fuori dal cancello, il ghiaino dello sterrato viene attraversato da un grosso grillotalpa.
Di nuovo è lungo la passeggiata a nord che si hanno gli incontri migliori per fare la fotografia, in questo caso un totano moro (nulla a che fare con gli anelli di totano, sia chiaro!!!) in caccia lungo l'affioramento che, parallelamente alla strada, si estende in lunghezza poco al largo.
Dal l'altro lato della strada due colombacci si dedicano alla toilette appollaiata sui cavi elettrici mentre nel prato sottostante riposano alcune oche grigie, ben tollerate dai contadini.
Arrivato alla torretta noto decisamente più movimento rispetto all'ora di pranzo, tra gli animali facilmente riconoscibili una gallinella d'acqua e, lontanissima, una marzaiola, quest'anno in deciso ritardo e, come mi dice un abitudinario della zona, anche in numero decisamente scarso rispetto al solito, quando lo specchio d'acqua a fianco della torretta, viene letteralmente invaso da questi anatidi in migrazione.
Al largo, in mezzo alla distesa d'acqua, c'è un po' di tutto, alzavole, cavalieri d'Italia, mestoloni, germani reali, volpoche, garzette, folaghe,... ma le distanze sono proibitive.
Il cielo comincia a fare le bizze nelle ore serali e così a momenti di calda luce rossastra si alternato minuti di grigio. Contro il cielo grigio si staglia questo piccolo stormo di mestoloni, alzatisi per spostarsi dagli ampi spazi ad uno specchio d'acqua più ristretto, quello dominato dal posatoio dei marangoni minori.
L'ultimo avvistamento dalla torretta è una garzetta in volo che si sposta tra i diversi laghetti in cui è divisa la riserva.
Tornando indietro verso la macchina per concludere la giornata ecco che trovo dove la garzetta è andata a posarsi insieme ai sui consimili: un gruppo intento a setacciare con tranquillità i fondali in perenne ricerca di cibo.
Tornando indietro verso la macchina per concludere la giornata ecco che trovo dove la garzetta è andata a posarsi insieme ai sui consimili: un gruppo intento a setacciare con tranquillità i fondali in perenne ricerca di cibo.
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