giorno tre - tappa due: anse vallive di Ostellato

Dopo un lungo percorso su un strada stretta ma asfaltata si arriva al posteggio di un piccolo acquapark, cosa strana da immaginare all'interno di un'oasi naturalistica! In questo momento il parco dei divertimenti è chiuso e così l'area è in completo possesso delle oche, in quantità a dir poco industriale. Non so la loro storia, ma sicuramente sono oche grigie nidificanti (aufughe come quelle dei nostri laghi??).


Le oche sembrano le uniche padrone del luogo.

Poi l'area viene sorvolata da un airone rosso, o bella, le cose cominciano a girare per il verso giusto!

Nell'oasi si distende una strada semi preparata, usata dai pescatori e dai bracciolieri per raggiungere le piazzole attrezzate (di nuovo, scelta quanto meno buffa per un'oasi naturalistica).

Mentre sono immerso in questi pensieri incontro un signore che passeggia con il suo cane e mi dice di non demordere, di arrivare sino al chilometro 2, dove c'è una garzaia interessante.
Aumento il ritmo del passo e quando supero il cartello dei 1800 metri le cose cominciano  cambiare: l'asfalto finisce, la strada è in terra battuta e sulla strada, oltre alla solite oche, cominciano a comparire gli aironi guardabuoi.
La garzaia si trova praticamente di fronte al cartello dei 2.1 km dall'ingresso dell'oasi ed è immensa e soprattutto molto varia ma la specie di gran lunga predominante è quella degli ibis sacri.

Sono molto attivi, si spostano dalla garzaia verso altri luoghi e la traiettoria li porta spesso a muoversi in direzione favorevole.

 

Mentre gli aironi costruiscono i nidi sui rami più interni, un cigno reale attraversa lo spazio d'acqua di fronte all'isola con sullo sfondo una moltitudine di ibis appollaiati tranquillamente.

Sui rami più alti i cormorani hanno già concluso la fase riproduttiva, a quanto sembra, visto che mentre un adulto canta a becco spalancato su un tronco morto, poco più in la su un albero spoglio i nuovi cormorani sembrano essere tutti usciti dal nido.

Discorso diverso per il guardabuoi che è ancora impegnato a costruire il nido e va avanti e indietro portando i rametti da intrecciare per costruire casa.
La garzaia esplode chiassosa quando le carpe dorate in frega cominciano a muoversi troppo vicine alla sponda dell'isolotto. La contorsione dei corpi in acqua fa correre la fantasia e pensare a dei draghi marini in miniatura: le scaglie dorate sul dorso fanno davvero un effetto mitologico.

Anche l'airone cenerino si fa vedere spesso, qui mentre lascia la garzaia per puntare verso le zone da dove recuperano i rami per la l'edificazione del nido.
Di cenerino attivo se ne vede però solo uno, mentre un po' più numerosi sono i guardabuoi.



Ma la presenza più attiva e numerosa è sicuramente quella degli ibis sacri, i veri padroni dell'isola per quanto riguarda numero e chiasso.


E per concludere la tre giorni nel delta del Po dell'Emilia Romagna, niente di meglio che una fotografia ravvicinata di un ibis in volo che viene a virare proprio dove me ne sto piazzato, colto un attimo prima che sparisca dietro agli alberi.





Ora è davvero tutto, queste sono le foto scelte su un portfolio inziale di 2200 fotografie... ho il grilletto facile anche se non sono un fan della raffica!!

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