giorno tre - tappa uno: campagna libera

Terzo e ultimo giorno nelel valli di Comacchio e anche questa mattina mi reco nelle campagne indicatemi da Marianna.
La sgarza ciuffetto sembra essere li ad aspettarmi, disinvolta e pronta a darmi il suo buongionriorno.
Fa caldo ma una leggera brezza porta un attimo di sollievo e si diverte a scompigliare il ciuffo della sgarza.

La mattinata sembra tranquilla non fosse che improvvisamente un pigolare acuto e lontano porta un discreto subbuglio e la stessa sgarza comincia a guardare pensierosa verso il cielo.
il motivo è presto svelato: il pigolare è dovuto al verso di una femmina di falco di palude in caccia che viene presto disturbata da un'altra femmina.
Ne segue una baruffa aerea dove non è ben chiaro che cosa succede ma l'impressione è che la seconda femmina non sia affatto gradita nel territorio di caccia della prima che la allontana a suon di urla.

Così, mentre l'intrusa si allontana verso norest, la prima, evidentemetne soddisfatta del risultato,  si gira e si allontana verso nordovest. 



La sgarza tuffetto torna così a rassenerarsi e a dedicarsi alla ricerca della colazione, muovendosi avanti e indietro lungo l'argine.

Poi d'improvviso decide che in quella zona la caccia è tutt'altro che fruttuosa, spicca il volo e si allontana.
Rimango così in compagnia di un piro piro boschereccio che stava pattugliando lo stesso argine, ma prima ero troppo catturato dalle forme eleganti della sgarza. 
Dopo un po' mi allontano e torno nella zona dove ieri la pavoncelal aveva mobbato la sgarza ciuffetto.
La sgarza di prima non è qui ma c'è un ibis che da est sta procedendo verso la montaglona di terra coperta d'erba che si inalza sopra il livelo delle acque.
Lo fa con incedere lento, scandagliando con il lungo becco il fondale, quand'ecco che la pavoncella parte all'attacco. La differenza di dimesioni sembra fare il gioco dell'ibis che risponde a becco aperto alla fastidiosa ospite, si piega e sembra quasi prepararsi all'impatto.



Ma la pavoncella non è un kamikaze, è più uno spitfire che attacca a mitraglia e non demorde.


Tant'è che alla fine è il più grosso ibis sacro che si rassegna si gira e torna da dove era arrivato.
Assieme all'ibis mi allontano anch'io, raggiungendo invece la zona dei mignattai.
Questi non gradiscono per nulla il mio arrivo, nonostante abbia cercato un approccio il più discreto possibile, e si alzano in volo allontanandosi di una cinquantina di metri.

Nella nuova zona c'è di nuovo un po' di tutto, ricompare la sgarza ciuffetto e l'idis sacro che finalmente può manciare tranquillo senza subire il mobbing della pavoncella.




Anche qui c'è una pavoncella ma è di più miti consigli, pensa a nutrirsi cacciando senza sentire il bisogno di cercare continuamente il conflitto con le altre specie.


Torno nuovamente nella zona della pavocnella aggressiva, ora sono due ma non passa molto tempo che la pavoncella territoriale si fa riconsocere, attaccando e scacciando anche l'altro esemplare della sua specie.


Non contenta continua nella sua attività di mobbing, sactenandosi anche contro questi due piro piro boschereccio che devono giocoforza allontanarsi se non vogliono essere costantemente disturbati.
Quelal della pavoncella è un'attività dissuasiva sistematica, basata su voli concentrici a raggio crescente, centrati sull'isolotto con la piccola porziopne d'erba.
Quando il vuoto creato le risulta soddisfaciente, finalmente si ferma e riscende a terra.


Ovviamente è un segreto di pulcinella, anzi, di pavoncella in questo caso: l'isteria è quella di una mamma preoccupata perché i suoi pulcini sono usciti dal nido e vogliono girare in solitaria.


La tensione che guida questa povera mamma è palpabile, niente la rassicura, non riesce a stare a terra ed eccola infatti riprendere il volo per perlustrare il tutto dall'alto.



Protetto dall'alto, il pulcino invece se ne sta bello tranquillo e impassibile se ne sta esposto a fare la toilettatura dell piume.

Allora riprendo anch'io a perlustrare il mondo e ritrovo così il piro piro boschereccio.


e la garzetta, oggi meno protagonista dei miei scatti rispetto al giorno precedente.
L'ibis sacro mostra minaccioso il suo becco aperto, ma in realtà è solo e il suo sembra più uno sbadiglio.
Nella stessa posizione, immersa tra i fiori gialli, dove ieri c'era la garzetta, oggi c'è la sgarza ciuffetto.
Poi, improvvisamente, piomba da ovest uno stormo di combattenti che sino ad ora non si erano fatti vedere più di tanto


Anche il totano moro fa la sua comparsa.
Questo piro piro boschereccio fa invece sparire un girino, mangiandoselo dopo averlo sbatacchiato un po' nell'acqua.

I mignattai in caccia fanno gruppo, dentro vi sono esemplari in abito riproduttivo, caratterizzati dal collo marone omogeneo, ed esemplari non riproduttivi, caratterizzati dal collo scuro picchiettato di macchioline bianche.
Poi all'improvviso, sopra le campagne allagate, riappare la sagoma minacciosa del falco di palude, un esemplare femmina, forse lo stesso delle fotografie precedenti.
Un paio di giri, una picchiata nella zona con la vegetazione più alta e sparisce, nascosto tra la vegetazione più alta, dove le sue prede credevano di essere al sicuro.

L'airone bianco maggiore si riconosce da distanza per il suo becco giallo che lo identifica facilmente rispetto alla garzetta ben più piccola, ma la dimensione a volte non aiuta visto che non sempre si hanno punti ri riferimento per definirla correttamente, specie a distanza.

Oggi è ben fotografabile anche una coppia di cigni reali e mentre uno se ne sta in piedi ad osservare la zona, l'altro si stende nelle acque e si gode un approfondito e prolungato bagno, schizzando acqua un po' ovunque.

Fa sempre più caldo, la mattina volge al termine così mi dirigo verso l'uscita, mi fermo a fotografare ancora una beccaccia di mare quando un'altra beccaccia di avvicina, posto non troppo lontano da quello di ieri, la scena si ripete, questa volta è stata la femmina ad avvicinarsi e cercare il maschio, che di certo non si è tirato indietro.



Ultimo saluto ai mignattai e lascio definitivamente l'angolo di terra più ricco di volatili che abbia mia visto sinora.














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