Viaggio in Giappone, bonus post

Se a Tokyo non vola nemmeno una mosca, nei giardini imperiali volano però le cornachie nere asiatiche uguali in tutto alle nostre cornacchie nere fuorché nelle dimensioni che sono a metà strada tra quelle delle nostre cornacchie e quelle del corvo imperiale.

Di passerotti ce ne sono anche qui, del tutto indistinguibili dalla passera europea: devo ammettere che sono molte le "vecchie conoscenze" trovate qui ed assai poche le peculiarità.


Il cormorano, ad esempio, trovato già in gruppo a riposare attorno alle acque del palazzo imperioale nella capitale, è del tutto analogo ai nostri.



Lo si trova anche sul lago Ashi, dove in verità speravo di trovare molta più avifauna mentre, da questo punto di vista, si è rivelato alquanto deludente: giusto qualche ardeide come l'airone cenerino e poco altro.

Nei prati di Nara, oltre ai cervi nipponici, si incontrano anche gli storni grigi, questa si specie endemica dell'Asia dell'est.
Esteticamente è meno elegante dei nostri storni ed è anche meno diffidente e meno gregario.
Si incontra principalmente negli spazi verdi all'intrno delle aree urbane come i giardini dei castelli o dei templi, sulle ore serali è facile vedere stormi più numerosi radunarsi al pascolo nei prati.






Il tratto di mare davanti ad Hiroshima invece è popolato da aironi cenerini e garzette: entrambi ci danno il benvenuto sull'isola mostrandosi già nel porto, appena scesi dall'imbarcazione che ci ha portati qui direttament dal centro della città.



Andando avanti con la visita all'isola di Miyajimacho incontro di nuovo la garzetta sula spiaggia, in compagnia della cornacchia nera asiatica mentre l'airone bianco maggiore sfreccia nel cielo azzurro senza fermarsi.

Ma se dobbiamo decretare il re dei cieli del Giappone, per quel che ho constatato in questo viaggio, non ci sono dubbi che il titolo va al nibbio bruno.
Presente ovunque ci sia acqua, volteggia sicuro e indsturbato, sfrutta le strutture umane come posatoio, volteggia anche a bassa quota in mezzo alle vie se nota qualcosa che può essere utile o commestibile. 


Sull'isola di Miyajimacho ha dato il meglio di se volteggiando per molto tempo sopra la testa dei turisti e sulla spiaggia, ma si è fatto vedere anche sull'isola delle perle e in altre occazioni minori.
Miyajimacho è stata in assoluto la migliore occasione per fotografare un po' di avifauna. Sulla spiaggia ad esempio è stato facile immortalare la cornacchia nera asiatica.


E il movimento, sulla spiaggia, continua anche sul far della sera, con la garzetta che cerca insistentemente la cena tra le onde.



Anche il nibbio bruno, prima che la sua siluette diventi un'ombra nera nel cielo imbrunito dal crepuscolo, effetua un paio di sorvoli ravvicinati per poi spaire verso la boscaglia dove presumibilmente troverà il riparo che gli farà da posatoio per la notte.
Sullo sfondo la periferia sud ovest di Hiroshima, città da quasi un milione e duecentomila abitanti.

Ma la cosa più impressionante in assoluto è stato l'incontro ravvicinato con l'airone cenerino: tranquillamente posato nel mare questo esemplare si è lasciato avvicinare senza nessun problema, niente superteleobiettivo per queste foto: mi sono avvicinato lentamente, fatte le foto, allontanato lentamente e lui è riamsto li tranquillo, prima, durante e dopo, per nulla infastidito o spaventato!






Monju, con la laguna a destra, il mare aperto a sinsitra e lo stretto cordone di terra di Amanohashidate davanti, è un altro di quei posti che fa ben sperare per quanto riguarda l'avvistamento di animali.
Ed infatti ecco delle rondini intente nella fabbricazione di un nuovo nido sulla trave di una casa.

Sulla spiaggia un verdone in cerca di cibo si mostra molto meno acondiscendente a farsi fotografare rispetto agli uccelli cintrati sin'ora: ad ogni mio tentativo di avicinarmi ha riprstinato quelal che epr lui era la distanza di sicurezza ottimale.

E veniamo ai laridi, i grandi assenti sino a questo punto del resoconto: possibile che sun un'isola non ci siano gabbiani? no, evidentemente, e infatti qui se ne trovano di diverse varietà specifiche della zona, a cominciare da questo esemplare giovane di gabbiano giapponese, detto anche gabbiano codanera, seuito poi da degli adulti della stessa specie



Per continuare con alcuni esemplari di gabbiano siberiano, che non disdegna di mescolarsi ai giaponesi.


Ancora la cornacchia nera asiatica, a terra o sui rami bassi, avvicinabile grazie al 300 f4 moltiplicato con l'1.4. In questo viaggio ho intervallato l'1.7 e l'1.4 x con il 300 f4 senza stabilizzazione, un modo compatto e leggero per portare un supertele in vacanza! 




E per finire torniamo al nibbio bruno, questa volta però non impegnato in volteggi, ma posato vicino ad un nido, nascosto nell'oscurità che le fronde gli garantiscono. 













 

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