Canneto di San Cristoforo


Siamo in novembre, la presenza degli anatidi migartori è ancora scarsa, ma anche il numero degli autoctoni sembra essere visibilmente calato.
Non c'è dubio che, rispetto al canneto, i germani reali, in questa stagione, preferiscano la zona di Caldonazzo, dove c'è sempre qualcuno che distribuisce un po' di malsano pane.
E' evidente, in queste due foto, la differenza tra il capuccio da riproduzione, verde smeraldo, e quello da autunno, più mimetico e discreto.


Sugli alberi attorno al punto di osservazione ho trovato un piccolo gruppo di fiorrancio, prima volta che li trovo in questo posto dove, di solito, sono i pettirossi a farla da padroni.
Una bella sorpresa anche perchè, sui rami di alberi a foglie caduche sono sicuramente più facili da fotografare che non al Pudro tra il verde scuro dei sempreverdi.


Sopra alle boe che delimitano il biotopo si vedono sempre i cormorani, intenti ad asciugarsi le ali al sole.
Questi uccelli hanno bisgno di una lunga rincorsa prima di spiccare il volo quando partono dalla superficie dell'acqua.


Non c'è pozza d'acqua, in Trentino, che non sia abitata da folaghe. 
Generalmente tranquille, ogni tanto si azzuffano tra di loro, inseguendosi apelo d'acqua. Si nota quando stanno per caricare: la testa bassasul'acqua e le ali alzate dietro per sembrare più voluminose è il segnale!

Ultimo juvenis di svasso maggiore per quest'anno, ormai autosufficiente e lontano dai genitori, mostra ancora sulle guance le striature tipiche dealla gioventù.
Per finire, il primo segnale dell'inverno imminente: un moriglione, specie che, arrivata a metà autunno, passerà sul lago tutto l'inverno. Gli esemplari presenti sembrano però ancora pochi, mentre delle morete non c'è manco un esemplare. Queste ultime solitamente arrivano in stormi immensi per svernare sul lago.
 

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