Inghiaie

A volte il nostro sguardo viene catturato da qualcosa di inspiegabile, che evoca una sensazione, un'emozione, intima che non si riesce nemmeno a  definire. 
Così nascono queste tre fotografie che esulano un po' dal solito e raccontano da un lato i colori di un'autunno appena iniziato (le fotografie sono proprio dei primissimi giorni d'autunno), dall'altro una fioritura di chi alla fine dell'estate non si rassegna, infine la maturazione di bacche che si preparano a sfamare gli ospiti del bosco dell'Inghiaie che arriveranno per lo svernamento.


Dal punto di vista ornitologico l'Inghiaie resta il regno delle cince, cince bige, more, allegre e cinciarelle sono sempre presenti e poi, spostandosi verso Santa Giuliana, c'è un angolino dove spesso si trova un gruppetto di cince dal ciuffo che, ammetto, sono una mia fissa, non posso passare da lì senza provare ad aspettarle per scattare almeno un paio di fotografie.



Poi torna che ti torna in questi posti, altri passeriformi di piccola taglia si fanno sentire e così arriviamo a novembre e, mentre vicino ai frutteti, su un gruppo di alberi su cui spesso li ho visti, cerco insistentemtne di localizzare i rampichini comuni, un piccolo amico si avvicina. Si tratta del regolo dai movimenti repentini, imprevedibili, nervosi.


In controluce si piazza poi un altro rappresentante della famiglia delle cince: il codibugnolo.
Bisogna ammettere che le cince sono vocifere davvero in ogni stagione!
Gli uccellini di questa famiglia sono denominati spesso anche come tette, ma non è un'allusione al seno femminile, deriva dall'abbreviazione di titmouse il nome datogli dagli anglosassoni, dove tit significa piccolo e mouse va preso nell'accezzione primordiale: prima di indicare il topo, infatti, aveva il semplice significato di molto piccolo. Quindi il topo è semplicmente il "molto piccolo" e le cince sono "molto (tit), molto piccole (mouse)". 

Un po' meno piccoli gli zigoli e tra questi, in pieno autunno, i più facili (... i meno complicati...) da individuare sono i migliarini di palude che, complici i raccolti molto in ritardo quest'anno a causa delle piogge intense di fine estate e inizio autunno che hanno reso il terreno una palude che non accenna ad asciugarsi,  banchettano felici tra le canne sui bordi dei terreni coltivati.



Sprofondando nei solchi lasciati dalle ruote dei trattori sino oltre le caviglie, con cautela, è stato possibile avvicinarsi abbastanza a questo ospite invernale.




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