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Non c'è certo da stare molto a discutere: il paesaggio è davvero incantevole, le dolomiti bellunesi innevate che si specchiano nel blu del lago hanno incantato più di un fotografo, tant'è vero che lungo le passeggiate nel lato nord del lago si trova una mostra fotografica con gli scorci migliori colti puntando l'obiettivo verso le cime retrostanti.
Sebbene probabilmente l'ideale siano i tramonti di tardo inverno inizio primavera, beccando il rossore del sole specchiato dall'ultima neve, anch'io mi sono fatto prendere dalla bellezza del luogo e mi sono dato alla fotografia paesaggistica, anche perché, posteggiata la macchina e sceso in riva al lago... mi sono trovato di fronte al deserto da un punto di vista della vita alata.
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Un airone cenerino in lontananza, al centro della foce dell'affluente da nord, contornato da un gruppo di cormorani e di gabbiani comuni e reali, è tutto quel che offre la zona di primo impatto.
Ma non è il momento di scoraggiarsi, dopo tanta strada per arrivare sin qua, zaino in spalla e comincio a costeggiare il lago verso est. Prima a piedi, poi, tornato indietro, in macchina, farò tutto il giro da est verso ovest per scoprire che, l'unica cosa giusta da fare sarebbe stato andare direttamente verso ovest.
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L'unico avvistamento interessante del lato ovest è un esemplare solitario di passera scopaiola che si lascia osservare per qualche attimo, esposta sul corrimano che delimita la passeggiata.
Accedere alla larghissima foce dell'affluente di nord non è difficile ma... ci si ritrova in un pantano, esposti e lontani dagli animali, insomma, da non fare, ci si sporca senza ottenere risultato alcuno se non una prospettiva peggiore verso il gruppo di cormorani e dei germani reali nascosti tra i rami del torrente.
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I gabbiani invece si defilano molto prima del mio arrivo, come detto, troppo esposto il cammino per raggiungere le rive del lago lungo l'argine del torrente.
In cambio le cornacchie grigie non mancano e non si fanno problemi a far sentire il loro canto dal volume particolarmente alto.
Molto più discreto e piacevole il canto di cinciallegre e cinciarelle che saltellano tra i rami spogli ma particolarmente intrecciati e fitti del bosco attorno al sentiero che va verso ovest.
Mai così vicino:
nel piccolo sentiero che si snoda a lato del sentiero principale, con tanto di indicazione per la vista dei quattrocchi beh... di quattrocchi ci son solo io, ma si sente cantare il picchio muraiolo che localizzo su un ramo che attraversa il sentiero, mai fotografato così vicino, forse perché quel che nasconde lui a me, nasconde me a lui, e si è accorto solo dopo la foto della mia presenza.
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In uno dei mille rivoli che rendono la zona particolarmente umida, sotto ad un ponte, una bella ballerina bianca mi lascia il tempo di fare qualche scatto prima di volare via.
Intanto continuo a camminare e ormai si fa sera, il contapassi segna quota 20mila ma finalmente ci siamo, ho trovato il posto dove si nasconde la parte più interessante dell'avifauna, alla fine della strada sterrata sopraelevata, scendendo lungo il lago, lungo le acque di scolo che escono dal depuratore.
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Primo contatto la solita cornacchia grigia che se ne sta appollaiata in controluce sui rami alti dell'ultimo albero prima del canale, poi, seguendo il sentiero sino al lago, un gruppo di smerghi maggiori si allontana quatto quatto.
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I cormorani invece per un po' continuano a rilassarsi al limite delle terre emerse.
per decidere poi di involarsi infine mentre il rossore del tramonto accarezza la superfice increspata del lago.
Ma l'avvistamento più interessante avviene quando arrivo finalmente al lago: un gruppetto di quattro beccaccini si spaventa e si allontana in volo dirigendosi verso le canne più alte a nord-ovest, sparendo tra queste.
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