giorno uno - tappa due: oasi Zavelea
La seconda tappa è l'oasi Zavelea, indicatami come posto valido per fare foto vicine.
L'ingresso è nascosto tra la vegetazione ed offre un solo posto macchina di fianco alla strada. Più facile posteggiare alla casa del cacciatore, punto di partenza o arrivo per la ciclabile che da qui va verso porto Garibaldi.
Qui si trova qualche posto macchina in più e tra il posteggio e l'entrata dell'oasi ci sta solamente il sistema di controllo delle acque.
Al posteggio un viavai intenso di rondini, intente a recuperare materiale per la costruzione dei nidi.
Mi dirigo comunque all'oasi, trovo la strada sfalciata solamente sino alla torretta di osservazione, non è possibile proseguire oltre.
Dalla torretta le pozze d'acqua sono lontanissime, c'è movimento, fenicotteri, garzette e gabbiani comuni di sicuro, anche un cuculo e un beccamoschino cantano con insistenza ma non si fanno vedere.
Una libellula in volo stazionario risulta un facile soggetto mentre una nitticora sorvolando lo spazio aereo in silenzio è un'osservazione casuale e meno facile da seguire trovandosi ben presto coperta dalla vegetazione.
Tornando verso l'uscita noto un gruppo di fenicotteri rosa nello spiazzo d'acqua che costeggia la strada: seguendo il bordo della strada (priva di marciapiede, fare attenzione!), riesco ad avvicinarmi abbastanza: da qui effettivamente le distanze sono in linea con quanto dettomi dalla guida (attorno ai 10 / 15 metri).
Torno al posteggio e noto una chiassosa attività: è un piccolo gruppo di piro piro piccolo intenti a nutrirsi e spostarsi nella porzione d'acqua compresa tra il posteggio e la casa del cacciatore.
Altro volatore veloce e per di più a pelo d'acqua, complica non poco l'inseguimento.
Qui si trova proprio ai piedi del posteggio, mentre poco sopra ignari ciclisti prendono il sole godendosi un attimo di riposo.
Dopo un po' si mettono in una posizione ottimale, permettendomi uno scatto di buona qualità, guardandoci e tenendoci vicendevolmente sott'occhio per un po': ormai saranno abituati ai fotografi, immagino, perché restano lì parecchio tempo prima di allontanarsi.
Dopo un po' si mettono in una posizione ottimale, permettendomi uno scatto di buona qualità, guardandoci e tenendoci vicendevolmente sott'occhio per un po': ormai saranno abituati ai fotografi, immagino, perché restano lì parecchio tempo prima di allontanarsi.
Nel frattempo tornano a farsi vedere le rondini, sempre intente a recuperare materiale.
Mi volano attorno sul piccolo lembo di terra che si inoltra tra le acque e si appoggiano spesso in una piccola pozzanghera, probabilmente per raccogliere fango da usare come malta o stucco per il nido.

Ecco la casa del cacciatore vista da dietro, dal posteggio. In internet troverete diverse foto al tramonto, la posizione è favorevole.
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