Alta Valsugana, Inghiaie e lago di Caldonazzo

 

Siamo agli ultimi giorni di dicembre dell'anno scorso, (ho accumulato un po' di ritardo!), settimana fredda, quasi come questa di febbraio (quasi, la settimana appena conclusa è al omneto la settimana più fredda del 2023).
All'inghiaie, tra le nebbie che salgono dai campi, non si  uove un grancè mentre nel fitto del bosco qualche canto di cincia e di ghiandaia si sente.
Tra le cince, forse perchè più elusiva o perchè sicuramente meno diffusa sul territorio rispetto alle altre, la mia preferita è la cincia dal ciuffo.
Non perdo ocasione di provare a fotografarla, di cercare di renderla al meglio ma, come si vede dalla fotografia ambientale, la luce è davvero poca, lungo i sentieri interni al bosco è ancora meno.


Così lascio il boso dell'Inghiaie per un luogo più aperto, il lago di Caldonazzo lungo la statale.
Qui, in località Ca Rossa, mi viene incontro un'oca molto confidente, oserei dire troppo confidente perchè manca davvero poco che non si lasci toccare.... insomma, dovevo continuare a sposatarmi per allontanrmi altrimenti con il tele non mi si stava tutta, esperienza che capita assai di rado.


Sui rami attorno alla passerella in legno invece, molto più furtivi e pronti alla fuga verso le cime, stavano i chiassosi lucherini

 

Ma la cosa che maggiormente salta agli occhi è il cambio assoluto di abitanti del lago in questa stagione: gli anni scorsi questo era il periodo delle morette, se ne vedevano stormi anche da oltre 20 individui in un gruppo solo, ora, di morette ce ne saranno 20 in tutto il lago... Ancora peggio con i moriglioni, praticamente poco più che un ricordo!
Discorso opposto per i cormorani che anzi si sono appropriati della garzaia degli aironi cenerini, costringendoli ad una forzata convivenza.

A nidificare su questi alberi sembra siano ancora i cenerini, non ho memoria di aver mai visto una nidificazione di cormorano in regione, nemmeno nei luoghi in cui la loro presenza è massiccia.
Resta il fatto che questi grandi pescatori stanno monopolizzando il lago al punto che viene naturale ironizzare con i pescatori umani, dicendo che ormai è più probabile prendere all'amo un cormorano che non un pesce, situazione peraltro pericolosa, già visto in passato un cormorano che ha ighiottito un amo e gli è rimasta la lenza strappata a penzoloni dalla bocca, non una bella scena davvero.
Ma qui, oggi, i cormorani se la spassano alla grande!


 

Ciò che non cambia mai è la presenza delle folaghe, in numero anzi se possibile crescente


e degli svassi maggiori, che non disdegnano più di svernare nelle acque della nostra provincia.


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