I gheppi del Bondone

Alle Viotte del Bondone giovedì mattina non faceva molto caldo: un'aria fresca e nubi nere minacciavano un temporale estivo memorabile.
Contro quelle nubi si scagliavano un gruppo di gheppio, intenti a cacciare sopra ai prati adibiti a pascolo per il bestiame e qualcuno si è procurato la colazione che cercava!
Lo spettacolo prosegue per un po' la caccia è serrata e alle picchiate verso il prato si susseguono repentini innalzamenti di quota.
I gheppi stanno fermi nella posizione dello spirito santo, il vento è tanto forte che spesso riducono la superficie delle ali per mantenere la quota e non essere portati troppo in alto.




Saliamo verso il Cornetto e la giornata si rischiara, il vento ha fatto il suo dovere allontanando le nubi e lasciando uscire il caldo sole di luglio.
Camminando attorno al cornetto siamo attirati dai versi dei gracchi alpini... una moltitudine, una nube che si comprime e si espande, dividendosi in gruppi più piccoli per un totale di quasi un centinaio di individui di ogni età: sono infatti riconoscibili alcuni giovani con il becco roseo



Attorno a mezzogiorno poi si posano sulle rocce più alte a rilassarsi e dedicarsi alla pulizia delle piume, pronte a tuffarsi verso l'azzurro del cielo o a saltellare da uno spuntone all'altro con grazia ed agilità.
Alla base del cornetto siamo sufficientemente in quota per poter ammirare il loro volo stando quasi al loro stesso livello, senza doverle guardare dal basso verso l'alto!





Siamo così in alto da poter osservare i gheppi in caccia sopra alle praterie alpine dall'alto vero il basso.
Questo gheppio sembra quasi averci visti e guardarsi le spalle, come se fosse sorpreso della nostra presenza!







Lassù, a 2050 metri, anche dei piccoli passeriformi come il diffidente codirosso spazzacamino, qui un esemplare di quest'anno, stando alla mancanza di zone bianche sulle ali, oppure i culbianco, che si sentono anche cantere nella valle più in basso.
Tra le rocce una mamma con il suo piccolo. La mamma è "strana" nel senso che sembra essere priva di coda o con una coda particolarmente corta (non supera le ali ripiegate, quando invece dovrebbe sporgere di un bel po').
Perché il culbianco ha scelto un piumaggio che varia dal grigio al nero con zone più chiare tendenti al bianco è di facile comprensione: mimetismo tra le rocce! Se lo si perde di vista è difficile riuscire a riagganciarlo sinché non si muove nuovamente.


E' giunto il momento di rientrare, un ultimo gheppio concentrato nella caccia rimane in posa per la foto.


Mentre una cinciallegra tra le fronde buie dei boschetti delle Viotte permette di mettere alla prova la gamma dinamica della D500 e direi che ne esce molto bene!

E anche per questo giro è tutto!








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