Cerca.... cerca

Caro lettore, cerca, cerca e tra tutte le foto che popolano questa pagina, forse qualcuna che ti piace la trovi.
Ma in realtà l'esortazione era rivolta a me stesso: per le restrizioni il posto da visitare è sempre lo stesso, così, per offrire maggiore varietà di fotografie bisogna... cercare!
Cercare situazioni nuove, come la coppia di picchi rossi che pensava di essere al riparo da occhi indiscreti stando in alto a sbrigare le faccende riproduttive di primavera.
Oppure cercare ospiti nuovi o di passaggio, come questa cesena.

 L'ultima del suo gruppo a farsi vedere attorno al Pudro, prima di scegliere un posto diverso.

Le oche invece sono una distrazione perché è vero che ormai non sono una novità, ma sono sempre pronte a combinare qualcosa: sono davvero... oche! Chiassose e all'apparenza un po' sciocche: quando  una di loro comincia a starnazzare, spesso le altre si aggregano, aumentando il rumore sino a renderlo quasi fastidioso. Capita così che a volte le ultime ad aggregarsi sono così così lontane dalla prima che ha cominciato da dare l'impressione di farlo solamente come automatismo, senza avere minimamente idea del motivo scatenante dell'allarme.  

E non è solo una questione di vociare: anche il loro comportamento è irrequieto: galleggiano e si spostano con sin troppa calma, calma che però nasconde comportamenti esplosivi quando si incontrano gruppi diversi, con riconcorse a collo proteso in avanti, minaccioso, nuotando nell'acqua, per poi arrivare a veri e propri inseguimenti aerei che si concludono con atterraggi non proprio leggiadri: giù le zampe, ali aperte per frenare in volo e poi strisciata di basso ventre sull'acqua a sollevare schizzi.

Eppure, in mezzo a questo trambusto, c'è una certa poesia:

ecco, mai avrei pensato in passato che in vita mi sarebbe capitato di vedere delle oche in volo, un concetto che non appartiene al bagaglio di esperienze della mia generazione, una conquista dell'attenzione alla salvaguardia della natura, una conquista per tutti quelli che hanno voglia di stare con il naso all'insù! 

Quasi incurante dello schiamazzo delle sue coinquiline questo cormorano scalda le ali al sole in tranquillità: per quasi tre settimane è stato un assiduo frequentatore della stessa zolla di terra emersa tra le acque del lago, sistematico e metodico nel scegliere la medesima posizione, ogni tanto s gira a controllare che fa l'altro inquilino ingombrante di questo angolo di natura protetta.




Sto parlando ovviamente dell'airone cenerino: il comportamento anomalo dei gruppi di cenerini arrivati sino ad ora continua: snobbano la parte meglio controllabile dei nidi degli anni scorsi per concentrarsi su quelli più interni e, di conseguenza, cambiare anche le abitudini di caccia.
Forse l'eliminazione della zona di osservazione sospesa sulle acque che ha reso più calma della parte del lago, fatto sta che vederlo nella zona lungo la strada è diventato un evento più raro.


Ma ecco che a forza di cercare qualcos'altro di nuovo appare: tre aironi bianchi. 
Perlustrano il lago più volte, restando dalla parte verso i campi sotto la strada per Madrano, alzandosi poi in quota e puntando verso Pergine per ritornare qualche ora dopo... il lago è sicuramente più tranquillo per un riposino durante la migrazione: purtroppo non sono qui per restare, nemmeno l'aver trovato i nidi dei cenerini semivuoti li ha convinti.
Si posano esattamente nella stessa zona dei cenerini e questi ultimi fanno dei sorvoli per verificare le intenzioni degli intrusi ma nessuna delle due specie mostra u comportamento ostile.
Cerco di avvicinarmi facendo il giro del lago e la manovra riesce, arrivo praticamente accanto ad un airone bianco mentre se ne sta con le zampe a mollo in una delle aree meno esposte del biotopo.
Guidato dagli aironi bianchi faccio poi un incontro davvero atteso da lungo tempo: i caprioli del Pudro.
Ci sono e questo si sa, li ho anche visti in qualche occasione, la mattina stessa, sull'altra riva, spaventati dai mezzi agricoli, ne ho visto scappare via tre esemplari alla ricerca di rifugio. Lontani, li ho osservati correre lungo le sponde del lago, inutile tentare la foto. Ma quando ti ritrovi un esemplare che ti guarda seminascosto tra le canne maltrattate dalla neve di quest'inverno...

... speri solo che non scappi subito!
Già, perché loro mi vedono quasi sempre molto prima di quanto non riesca a vederli io, soprattutto questa volta quando lui se ne stava nascosto immobile tra le canne mentre io camminavo lungo il lago con il naso all'insù cercando gli aironi bianchi.

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