Hai mai seguito il volo...

"Hai mai seguito il volo di un falco o di un gabbiano, traiettorie ardite nel vento dentro al cielo lontano?"

Mi perdonerà il grande Ruggeri se  rubo l'incipit della sua canzone "Ti avrò" per aprire questo post sui falchi del Pudro! Il fatto è che non capita tutti i giorni di fotografarne di ben tre specie diverse!

Il primo ad alzarsi in volo è il nibbio bruno. ospite da sempre della collina di maso grillo, dove nidifica, coltivazioni permettendo!
E' il rapace più grande che si possa vedere al Pudro ma il suo aspetto è leggero, elegante.
Eccole le traiettorie ardite della copia di nibbi bruni, mentre volano una incontro all'altra seguendo dei cerchi concentrici che salgono sospinti dalle correnti ascensionali: sembrano muoversi senza il benché minimo sforzo, in grado di spostarsi dal laghetto di Pisol al Fersina in località Cirè in meno di 3 minuti, sorvolando prima il Pudro e poi i vigneti del colle di maso Grillo.
Ad occhio nudo, più che bruno, sembra proprio nero: serve un po' di sovraesposizione, quando lo si guarda verso il cielo terso, per apprezzarne tutte le sfumature.


Più definiti, perché più chiari, i colori dell'altro rapace di grande dimensioni, la Poiana.
Un pelo più piccola come apertura alare, ma con le ali più larghe, ha un aspetto più potente ma meno elegante. Ha bisogno di termiche più forti per potersi librare in volo riducendo lo sforzo, così lascia i suoi posatoi più tardi nell'arco della mattinata.
Anche le poiane sono una coppia e sopra la strada tra Canzolino e Vigalzano hanno dato spettacolo facendo vedere le loro capacità acrobatiche eseguendo dei voli simili a quelli dei nibbi bruni, con cerchi concentrici percorsi una in direzione opposta all'altra, per poi esibirsi invece in una specie di inseguimento dove la poiana che stava davanti, per farsi raggiungere, eseguiva delle improvvise impennate in modo da rallentare il suo volo.

                

L'ultimo falco che ha attraversato il cielo sopra al Pudro è uno sparviere: le dimensioni sono nettamente più piccole rispetto agli altri due, la corporatura è ancora più tozza, con le ali corte ed arrotondate, non il massimo per prendere le termiche ed alzarsi in quota, ma eccezionali per il lavoro che devono fare: il volo ultrarapido nel folto della boscaglia.

E se di sicuro l'airone cenerino non ha problemi con nessuno di questi predatori, essendo lui stesso un predatore ben armato, con un becco appuntito e pericoloso, discorso diverso va fatto per i colombacci che stanno ultimamente aumentando in numero. L'occhio attento e vigile di questo esemplare mentre transita per uno spazio libero che non gli offre un rifugio sicuro sembra proprio voler dare l'impressione della vita vigile che conduce. 








 

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