dal Brocon al monte Agaro

Passo del Brocon, prima domenica di Marzo, a veder la foto si direbbe che la primavera sta arrivando, invece la situazione è questa da tutto l'inverno, pochisima neve, pochissime precipitazioni, tanto che sul versante esposto al sole ormai ne restano poche tracce, e siamo a 1600 metri, non proprio bassissimi. 
Non saliamo diretti ma puntiamo verso la forestale, passando appena sopra le bella baita affacciata sulla statale.






Nel bosco però, al bivio, scegliamo il tracciato che sale, pensando di fare las celta giusta, invece quello è un tratto di forestale creato giusto per la manutenzione del pilone degli impianti di risalita. 
Era destino, pensiamo, e cominciamo a salire lungo il bordo pista, facendo attenzione a non finire sotto la seggiovia in funzione. 
Costeggiamo così una delle piste rosse con tratti di neve giacciata e tratti in cui il mio "leggiadro" peso mi fa sprofondare di 50 cm...
Celo limpido, sole e neve fanno il resto, offrendo un panorama da carolina.



Quando arriviamo ben oltre i 2/3 della salita reincontriamo la forestale e con grande sollievo mi ci infilo senza pensarci due volte, meglio qualche passo in più riducendo la pendenza!
Sulla forestale inoltre la neve è compatta, non si sprofonda e si cammina così molto più agevolmente.
E qui, tra le cince alpestri, troviamo un gruppetto di crocieri canterini.  
Stagione di corteggiamenti, a quanto sembra, visto che il maschio nella sua livrea mattone si preocupa di protare ogni seme estratto dalle pigne alla femmina. 
Un lavoro di precisione, quello consentito al "crosnobol" dal barticolare becco a crocie, fatto appositamente per estrerre i pinoli senza rovinare la pigna.

Ecco la femmina che, più in alto, illuminata direttamente dal sole, sfogia il suo piumagio color corteccia. 


Dal chalet paradise la salita alla crocie del mone Agaro è agevole, scorre lungo un tratto di pista accurra sino all'arrivo della funivia , qualche passo ancora e si arriva alla cima da dove il paesaggio risulta in parte guastato dalla copertura nuovolosa che nel frattempo ha ingrigito il cielo, senza offrire comunque le tanto agoniate precipitzioni.




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