Lago di Caldonazzo, bel tempo.

Bel tempo non vuol dire tempo di avvistamenti, a meno che questo non arrivi a ridosso di un periodo di brutto tempo... e non è questo il caso.
Beltempo significa che c'è il sole, c'è luce, ma che ci si deve spesso "accontentare" dei soliti noti.
E che lo svasso maggiore non abbandoni più i nostri laghi in tempo invernale è consuetudine ormai consolidata da almeno un lustro, ma forse anche di più.



Gli tocca così di condividere in parte le prede con i gabbiani comuni che, in tempo invernale, scelgono il lago di  Caldonazzo e quello di Garda come luoghi di sosta definitiva.
Se poi qualcuno si mette a distribuire pane, cosa sbagliatissima perchè gli animali non sanno digerire il lievito, lo spirito opportunista dei gabbiani si fa avanti e arrivano in forze, anche mobbando i germani reali con attacchi diretti per allontanarli.


Anche il gabbiano reale, in questo caso, tiene fede al suo nome: solitario sorvola dall'alto la spiaggia senza abbassarsi a banchettare con i comuni.... gabbiani.
Che poi gabbiano reale... si fa presto a scrivere gabbiano reale ma che variante è? Questo dovrebbe essere un gabbiano reale zampe gialle o mediterraneo, noto anche semplicemente come gabbiano reale, insoma un esemplare per nulla sepciale, dal punto di vista degli avvistamenti da annoverare.


Le morette sono ancora poche rispetto agli anni di maggior presenza, quando un po' ovunque sul lago avevano soppiantato i germani reali.
Ad oggi si notano ancora gruppetti sparsi da meno di 10 esemplari mentre sino al 2018 si notavano stormi da olte 15 componenti.

Ancora meno i moriglioni relegati a pochi gruppetti di picole dimensioni, spesso anche solamente in coppia, come in questo caso, nei pressi del porticciolo di Valcanover.

Come detto altre volte, il discorso è diametralmente opposto per i cormorani che hanno letteralmente invaso il lago colonizzando la garzaia del canneto di San Cristoforo da un lato e i pontili delle sorgenti del Brenta dall'altro lato.

L'asciugatura al sole delle piume delle ali è un grande classico del cormorano che non è dotato del grasso impermeabilizzante degli altri uccelli acquatici mentre il posizionarsi sulle boe di delimitazione del biotopo è un grande classico del canneto di San Cristoforo, tanto è vero che non solo è facile ripetere la fotografia, ma potrebbe benissimo essere proposta come immagine simbolo del biotopo stesso.

In questo cambio del lago chi ne ha risentito di più è stto forse l'airone cenerino che ha visto letteralmente invasa la sua zona di nidificazione al punto che la sua presenza è del tutto marginale proprio sull'albero sul quale spiccano, ora che le foglie sono a terra, tutti i nidi costruiti proprio dai suoi simili.


Dopo i grandi predatori d'acqua, ecco la piccola macchia di colore del picchio muratore che fa sentire ogni tanto il suo richiamo.
 

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