Foce dell'Isonzo - Punta Sdobba

 

Per un fine settimana alle foci dell'Isonzo, punta Sdobba è un buon posto da usare come base d'appoggio, a metà strada tra la Valle Cavanata e l'isola della Cona, entrambi punti imprescindibili per un'uscita in questa zona.
Da Punta Sdobba si può cercare qualche scorcio sull'Isonzo ma la torretta di avvistamento è iagibile, transennata con reti elttrosaldate, oppure si può puntare, a piedi lungo la ciclabile, in direzione Grado e controllare l'avifauna sul nord Adriatico.
Qui incontriamo un gruppetto di limicoli interessanti, in sosta migratoria: delle pantane.


Sfruttano i segmenti in cemento armato come punto di osservazione tra una spiaggetta e l'altra.
Quando dico spiaggetta, non pensate ale spiagge relativamente vicine di Lignano o Bibbione, no, qui parliamo di spiagge naturali, con accumuli di alghe morte e vegetazione, come natura comanda.

E' in questo ambiente che i limicoli possono trovare del cibo mentre si riposano nel lungo viaggio verso i territori di svernamento a sud del Sahara.



Le pantane non sono gli unici limicoli intenti a nutrirsi nella zona, qui una pivieressa intenta nella medesima atività.
A vederli così, ripresi ed ingranditi da un buon teleobiettivo, non ci si rende bene conto delle dimensioni di questi limicoli, ma basta vederi attorno ad un gabbiano comune per rendersi conto di quanto siano minute queste creature.






Ma lo spettacolo veramente incredibile si ha guardando verso l'orizzonte... inizialmente non ci si crede e il cervello cerca altre spiegazioni, ma poi ci si rende conto che tutto quel bianco che galleggia creando quasi una striscia continua all'orizzonte è dato da gabbiani, reali o comuni, e, sorprattutto, cigni reali.
Una moltitudine di cigni reali così vasta da risultare semplicemente incalcolabile.
Più verso grado il cordone bianco si avvicina a riva, prendendo le forme distinte di nuclei di cigni reali, con la presenza anche di esemplari giovani, come mettono in evidenza le fotografie succcessive.




In mezzo a questo insieme non numerabile di penne bianche reali, non possono mancare le pance bianche delle mono nobili oche grigie, anche loro affezionate frequentatrici della zona.
Qua e la qualche tronco galleggiante ospita dei marangoni minori, mentre la presenza del cormorano, detto anche marangone maggiore, è molto più sporadica.
Un esemplare giovane di gabbiano reale, con le sue piume puntellate di macchie maroni, rompe la monotonia del candore abbagliante degli adulti e dei cigni reali.


Tornando un attimo lungo l'Isonzo, possiamo inquadrare un simpatico Fiorrancio che scende a testa in giù lungo un ramo


e una garzetta... e si va ancora in bianco!


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