Foce dell'Isonzo

Le ore del mattino di domenica sono calme, così ne aprofitto per restare attorno all'hotel e sfruttare la micropasserella che porta direttamente sull'Isonzo.

In cielo già cominciano a spostarsi diversi stormi, il più chiassoso è, ovviamente, quello delle oche grigie. 

Le avevamo lasciate così, la sera prima, raggruppate nell'oasi della valle Cavanata, accarezzate dai tiepidi raggi del tramonto.

Ma non si fermano sul fiume: gli alberi che lo circondano risultano più appropriati a fare da posatoio ai colombacci, numerosi ma silenziosi,


e alle gazze: una coppia si gode il posatoio che il giorno prima aveva fatto da supporto ad una garzetta.

Di fronte, sull'atra sponda dell'Isonzo, per un attimo si ferma un airone bianco maggiore, sta risalento il corso d'acqua verso l'entroterra ma non semba inenzionato a rimaere molto, né, tanto meno, ad avvicinarsi alla mia postazione.
Nemmeno il tempo di vederlo andare via ed un nuovo stormo si avvicina, diretto verso le spiagge dell'Adriatico: si tratta di un numerosissimo stormo di limicoli, alti e disordinati.

Provo a seguirli allontanadomi dalla riva. Nemmeno il tempo di perderli di vista e la mia attenzione viene richiamata da una capinera solitaria intenta a colazionare tra le bacche bluastre di un albero d'alto fusto: sembra immersa in una pianta di mirtilli gigante (cosa che ovviamente non è, vista stagione e forma dell'albero).
Mi sposto ancora per un po' lungo la ciclabile, per dare il biongiorno alla garzetta che rimane appollaiata sui rami di un albero caduto, pronta a scattare per fare colazione con un topolino, una lucertola o una rana, o comunque qualunque cosa di dimensioni opportune sia tanto sfortunata da farsi trovare allo scoperto dallo stiletto dell'ardeide.
In mezo a tanti marangoni minori, passa in volo anche un cormorano, giusto per aumentare la varietà di specie visibili in questo luogo.
E' ormai giunto il momento di dirigersi verso l'ultima meta del nostro giro: l'isola della Cona.
Risalendo lungo l'Isonzo però la mia attenzione viene nuovamente catturata da un gruppo di tre splendidi aironi bianchi maggiori.
Mi avvicino, piano, non sono per nulla confidenti, basta poco perchè l'esemplare più vicino decida di allontanarsi rispristinando quella che per lui è una distanza di sicurezza accettabile, avvicinandosì così ad un altro degli esemplari presenti.



Non ci vuole molto a capire perchè sono così nervosi: un colpo di fucile e i tre aironi si involano allontanandosi alla svelta!




































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