Safari, indice del viaggio e resoconto tecnico.
Prima di partire per il safari in Kenya, ore su internet a cercare di capire cosa sia meglio, da un punto di vista fotografico, per immortalare al meglio il Kenya.
Ora, dopo essere rientrato ed aver finalmente pubblicato i diversi articoli posso dire la mia, con cognizione di causa.
Punto zero, i risultati
I risultati li trovati nel diario di viaggio dove, parco per parco, sono presentate le fotografie e descritte le situazioni.
Tsavo est
Amboseli
Taita Hills
Tsavo Ovest
Punto primo, i millimetri
La lunghezza focale non è mai abbastanza nella fotografia naturalistica.
Questa legge è valida anche in Africa, anzi, a maggior ragione qui dove la fotografia è mobile per definizione, con pochi punti fissi in prossimità dei lodge e per il resto tanto tanto fuoristrada.
Questo sulla carta, perché poi dipende davvero molto da che cosa si vuole fotografare: i mammiferi, grandi o piccoli, prima o poi capitano a distanza ravvicinata al punto che potreste trovarvi involontariamente lunghi: per giraffe ed elefanti non dico che serve un grandangolo ma sicuramente con le ottiche lunghe si rischia di fare solo primi piani.
Discorso diverso, ovviamente, per i volatili: in questo campo sappiamo bene che gli ingrandimenti non sono mai abbastanza.
Punto secondo, apertura focale
L'Africa è la terra del sole, quando c'è, altrimenti la luce è grigia tra le nuvole, scaldata solamente dal rossore della terra.
Oggi l'apertura minima non è più un problema, le macchine scalano in ISO talmente bene che si può mettere ISO auto e avere comunque sempre tempi di scatto in sicurezza anche con un f8 di apertura minima.
Oggi l'apertura minima non è più un problema, le macchine scalano in ISO talmente bene che si può mettere ISO auto e avere comunque sempre tempi di scatto in sicurezza anche con un f8 di apertura minima.
Tuttavia è inevitabile che se si vogliono fare fotografie al chiarore delle fotoelettriche vicino al logde è fondamentale avere anche aperture molto elevate. Se invece si considerano queste fotografie troppo artificiali per i propri gusti e quindi ci si concentra di più sulla fotografia diurna, allora non è più una questione di catturare più luce ma di controllare lo sfocato, questione di gusti a cui seguono inevitabili restrizioni tecniche.
Punto terzo, la polvere
Ecco, questa è una questione seria: la polvere c'è, questa terra rossa battuta presente sia sulle piste all'interno delle oasi naturalistiche che sulle strade di trasferimento è davvero sottile, penetra all'interno del fuoristrada e riesce a penetrare persino all'interno degli zaini se non sono perfettamente chiusi, figuriamoci che cosa possono fare su ottiche non tropicalizzate!!!
Conclusioni
E allora che fare?
Dipende come sempre dal budget in primis e da quanto si vuole portare come peso, dimensioni e quantità di oggetti in secundis.
Fondamentale tener presente i seguenti punti
1- mai fare cambio d'ottica durante il safari, questo significa o un'ottica tutto fare o più ottiche, ognuna con il suo corpo macchina attaccato;
2- conseguenza del primo punto no alle ottiche fisse, bellissime e nitidissime vi permetterebbero di fare fotografie spettacolari ma con una distanza di lavoro abbastanza fissa e specifica per ogni tipologia dimensionale di animale si perderebbero troppe foto: davvero troppo vincolante, in più l'apertura focale non è un problema quindi si può lavorare a cuor leggero con l'apertura focale a cui l'ottica scelta offre il miglior dettaglio, andando a ridurre il gap tra un fisso e uno zoom di buona qualità;
3- la tropicalizzazione è il minimo, il top sarebbe uno zoom interno, ma sappiamo benissimo che le ottiche con zoom interno sono poche e costos(issim)e e spesso limitate in escursione (poco più che 2x).
Fondamentale allora portarsi anche un kit di pulizia per spazzare via la polvere e pulire bene il tamburo prima di chiudere lo zoom.
Fondamentale allora portarsi anche un kit di pulizia per spazzare via la polvere e pulire bene il tamburo prima di chiudere lo zoom.
E da questi punti che cosa se ne deduce?
che tra le mille soluzioni possibili io vi consiglierei:
soluzione ottimale e pesante:
70-200 f2.8 + 180-400 f4 con 1.4x integrato
accoppiamento perfetto per luce ed estensione focale, ma anche pesante e costosa.
Entrambe le ottiche hanno velocità di messa a fuoco elevata e l'1.4 integrato permette di avere a disposizione un quasi 600 mm di qualità
soluzione accettabile:
80-400 f4.5/5.6
lo si usa su tutta l'escursione focale, il 400 può a volte essere un po' corto e non è proprio nitidissimo mentre l'80 è perfetto per grandi mammiferi e paesaggi, può tranquillamente essere l'ottica unica per tutto il viaggio, leggero, maneggevole, relativamente piccolo.
Quest'ottica, nonostante sia tropicalizzata, ha la fama di essere un'aspirapolvere, tuttavia, se non si effettuano cambi d'ottica, la tropicalizzazione garantisce che nemmeno un grammo di polvere entra sul sensore. Un filtro anteriore protegge dalla polvere la lente frontale e un po' d'attenzione, evitando di richiudere lo zoom prima di pulirlo (almeno con uno straccio durante l'uso e più approfonditamente a fine giornata o durante il trasporto) permette di convivere benissimo con lo strumento.
E' stata la mia scelta e non mi pento, se avessi portato il 200-500 oltra ad avere un obiettivo ancora più sensibile alla polvere, avrei dovuto tener sempre a portata di mano anche il 70-200, troppe le occasioni in cui è indispensabile scendere sotto i 200mm.
Francamente, alla fine di quest'esperienza, non prenderei in considerazione altre soluzioni.
Il 120-300 f2.8 potrebbe ingolosire poiché combina una grande luminosità con la tropicalizzazione, ma rimane un po' lungo in basso e corto in alto, si può correggere con un 1.4x... ma con il problema di inserirlo sul campo: anche NO! E comunque verso il basso non c'è soluzione.
Con questo spero di aver dato un aiuto concreto a tutti quelli che hanno intenzione di farsi un giretto in Africa: buon viaggio!
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