Taita hills - parte 1
Lasciato il parco di Amboseli anzitempo, rispetto al programma, a causa dell'indisponibilità del lodge indiano per la data programmata, ci troviamo, dopo aver ripercorso la pista di terra rossa, su una delle colline dell'area denominata Taita Hills.
il lodge è notevole e curato e, come tutti i lodge che si rispettino, studiato per offrire comunque un contatto con la natura in sicurezza.
Dentro i confini del lodge si muovono indisturbate le agama comune, qui un esemplare maschio si crogila al sole sopra un tronco.
Altra presenza costante, ma qui decisamente più numerosa, è quella dello storno superbo, che tiene sotto controllo la griglia, in attesa di approfittare di eventuali rimasugli.
Il cuoco ha un bel daffare a tenerli lontani dai vassoi coperti di alluminio, il profumo di cibo è evidentemente molto appetitoso anche per loro.
Il cuoco ha un bel daffare a tenerli lontani dai vassoi coperti di alluminio, il profumo di cibo è evidentemente molto appetitoso anche per loro.
il profumo della cucina attira anche questa agama delle rocce del Kenya che, furtiva e guardinga, studia la situazione ma non si lascia avvicinare in nessun modo.
Nettamente più facile invece l'avvicinamento a questo bucero beccorosso, troppo impegnato nella caccia agli insetti tra le foglie di un arbusto nano.
Ad attirare lo sguardo verso l'alto il canto insistito e martellante di un picide.
Ci vuole un po' a localizzarli, in alto ma fortunatamente esposti su un albero privo di foglie (siamo sotto all'equatore che da qui dista 280 km circa in linea d'aria e quindi siamo in inverno) si trovano due esemplari di picchio della Nubia, tipico del corno d'Africa (esteso).
Ci vuole un po' a localizzarli, in alto ma fortunatamente esposti su un albero privo di foglie (siamo sotto all'equatore che da qui dista 280 km circa in linea d'aria e quindi siamo in inverno) si trovano due esemplari di picchio della Nubia, tipico del corno d'Africa (esteso).
Sebbene il suo aspetto, e le sue dimensioni, ricordino la nostra gazza, in realtà non c'è nessuna parentela tra lei e questo fiscal codalunga che appartiene invece alla stessa famiglia delle averle.
Esemplare solitario è rimasto per lungo tempo tra le foglie ad osservare, permettendomi di avvicinarmi davvero molto dato che il fogliame gli dava evidentemente una sensazione di protezione e sicurezza.
Esemplare solitario è rimasto per lungo tempo tra le foglie ad osservare, permettendomi di avvicinarmi davvero molto dato che il fogliame gli dava evidentemente una sensazione di protezione e sicurezza.
Proseguendo nell'esplorazione del giardino protetto del lodge, rincontro il bucero intento a corteggiare la sua femmina, nascosta più in alto tra le foglie.
Le colline di Taita si preannunciano come il posto più ricco di avifauna del safari.
A terra pasteggiano i passero tessitore dalle sopracciglia bianche che qui mettono in bella evidenza parte dei motivi del loro nome.
Questo invece è il cercopiteco grigioverde.
Questo grosso uccellaccio nero, che in volo sembra avere la grazia di una cicogna, nella realtà, pur appartenendo effettivamente alla famiglia delle cicogne, come comportamento è completamente diverso, avendo abitudini alimentari saprofaghe e prende il nome di marabù africano.
Come spesso accade con gli animali specializzati nel nutrirsi di carcasse, anche la testa del marabù è completamente priva di piume e il rosso che si vede nelle foto è il colore della sua pelle.
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