Tsavo est - ultima parte
Dopo una notte passata nel lodge, la mattina presto si fa un'escursione veloce prima di abbandonare Tsavo est.
C'è un sole più limpido rispetto al giorno prima e i colori migliorano.
Il paesaggio rimane comunque brullo, con la predominanza della savana secca sui pochi tratti di foresta.
Di solito gli animali sono più attivi la mattina, con il fresco, ma in verità più che la temperatura, sono le pozze d'acqua a determinare la possibilità o meno di localizzare animali.
Ed ì così anche per le cicogne lanose africane, indaffarate nel fare colazione attorno ad una zona umida.
Mentre loro sono attive a terra, un falco si esibisce nello spirito santo, in attesa di prede al suolo, dandoci la coda.
Questo rende ovviamente più difficoltosa l'identificazione ma, tra colori e abitudine, si può presumere si tratti di un nibbio bianco che, a differenza del bruno, è documentato fare lo spirito santo come il gheppio e la poiana.
A proposito di bianco: il primo avvistamento di ardeidi in Africa è con i ben noti aironi bianchi che, lontanissimi, sono anch'essi intenti a nutrirsi lungo le sponde dell'ennesima pozza d'acqua
Molto più vicino ed intrigante il passaggio di questo sciacallo della gualdrappa che osservo intervallando con il monitoraggio di una pavoncella coronata le cui zampe e becco, controluce, sembrano fluorescenti.
Nell'alternanza annunciata prima, torniamo al nostro sciacallo, ma non è lo stesso, il primo se n'è andato verso ovest e questo, che sembrava seguirlo, si siede invece proprio di fronte al nostro fuoristrada, lasciandosi ammirare per un po'
Poco più in là, la pavoncella coronata continua a perlustrare il territorio in cerca di cibo, non sembra spaventata dalla presenza dello sciacallo, possibile non lo abbia visto? Comunque sia non abbiamo assistito a scene di predazione tra i due animali, piuttosto gli sciacalli sembrano impegnati in una sgambettata svogliata e ricreativa. Poco più dietro infatti due cuccioli non sembrano per nulla intenzionati a seguire in maniera attiva i genitori.
Sulle rive di una nuova, estesa, pozza d'acqua, ecco un altro esemplare di pavoncella, in questo caso si tratta di una solitaria pavoncella spinosa è un'uccello particolarmente diffuso che va dal Mediterraneo (Italia compresa) sino alla Tanzania, scendendo per la parte orientale del continente africano..
Ennesimo incontro con l'alcefalo in una foto ambientata.
L'alcefalo l'abbiamo sempre incontrato isolato o al massimo in coppia, non fa grossi brachi come gli elefanti o le zebre, qui sotto impegnate ad abbeverarsi in una pozza improvvisata, creata dall'attività distruttiva protratta, durante la stagione secca, dagli elefanti nei confronti delle tubature sotterrane dell'acquedotto kenyota.
La guida ci spiega infatti che gli elefanti sentono lo scorrere dell'acqua anche a 5 metri di profondità e così, nei periodi di maggior difficoltà, non hanno problemi a scavare buche così profonde da raggiungere le tubature dell'acquedotto, dissotterrarle e romperle, in modo da potersi abbeverare.
Tanto sgraziata nella forma quanto affascinante nella livrea elaborata e arricchita da un catalizzante blu elettrico, la faraona vulturina si muove prevalentemente a pedone in gruppi anche molto numerosi.
Un bell'esemplare di impala.
Alla stazione d'uscita dal parco un babbuino attende il momento per tuffarsi sopra al bidone delle immondizie per cercare di accaparrarsi un pasto facendo poca fatica ma, per sua fortuna, il bidone è ben chiuso, a prova di "predatore", così gli viene impedito di nutrirsi di schifezze marcescenti.
Appena fuori dal parco ci saluta un bucero beccorosso.
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