Taita hills - parte 2

Lì appollaiato su un acero spinoso africano, sui monti Taita, questa ghiandaia marina pettolilla sembra voler dire: guardatemi, sono l'uccello più bello della zona.
Le probabilità di aver ragione sono tutte dalla sua!




Nel giro a perlustrare la regione, in una zona più arboricola della media, impattiamo in una famiglia di babbuini.
Più avanti, questo nucleo familiare di babbini, si mescola con un gruppetto di giovani impala.




Può anche capitare di trovare un elefante in mezzo al tracciato e se capita, c'è poco da fare, lui è più grosso e irascibile, meglio starsene buoni e fermi ed aspettare che decida gentilmente di lasciar libero il passaggio.

E non è mica detto che si sposti subito! Certo si può provare con un paio di accelerate a fargli capire che si trova proprio in mezzo, ma è bene che il fuoristrada non si sposti, che non percepisca rumore e movimento come una minaccia. Meglio aspettare osservando gli altri elefanti che attorno a noi si muovono placidamente nell'erba alta.
Alla fine anche il nostro bestione si stufa di tenerci in scacco e si allontana. L'autista aspetta comunque ancora un po' prima di muovere il mezzo: con questi animale enormi è meglio prendere tutte le precauzioni possibili!

Ancora una ghiandaia marina pettolilla... ed ancora rigorosamente controluce!
Ancora un elegante nibbio bianco intendo nello spirito santo... e ancora di schiena.
Non c'è proprio modo di beccarlo dalla direzione giusta, purtroppo.

Ecco il panorama delle montagne Taita con la savana che si estende tra una catena e l'altra. 
La vista è così ampia che sembra di non muoversi mai mentre girando e rigirando, infine giungiamo in vista del salt lick safari lodge, non siamo loro ospiti ma rimane comunque una struttura particolare, da vedere da lontano. Più vicino a noi si muove un branco di zebre.

Mentre ammiriamo il paesaggio, immobili, veniamo sorvolati da un airone testa nera che dalla prateria esce proprio nella nostra direzione.
Seguendolo con lo sguardo va a posarsi sulla strada dietro di noi, facendoci scoprire un gruppetto di altri esemplari che non avevamo notato prima.

Sarà per la tranquillità del luogo, perché ci siamo solo no o perché il motore del fuoristrada è spento, oppure perché sono abituati alle guide che hanno sempre un po' di briciole per loro, ma ad un certo punto una nuvola di storni superbi si posa direttamente sulla nostra macchina e ci tiene compagnia per un po'.
All'accensione della macchina la nuvola si alza e si poggia sull'albero li vicino, rimanendo in posa per noi.


Mentre faccio un bel primo piano ad uno storno superbo noto che nel gruppo c'è un intruso: una macchia bianca spicca in mezzo a tutti , si tratta di un'averla capobianco settentrionale, nota anche come averla groppabianca.

Nell'abbandonare la piana tra le Taita hills c'è ancora il tempo di una foto di schiena ad un airone testanera appena atterrato.


Il nibbio bianco finalmente si posa e ci degna di uno sguardo ma l'albero celto è davvero lontano.
Un altro incontro con una nostra conoscenza locale: la pavoncella coronata. Si muove essenzialmente solitaria, ne localizziamo sempre esemplari soli, ma sembra ben diffusa sul territorio: sebbene raramente, l'abbiamo localizzata in diversi parchi.
Il cuculo fagiano dai sopraccigli bianchi ha le ali interne dello stesso colore della terra che ci circonda.
Ad ali chiuse diventa più appariscente la testa, con l'esteso sopracciglio bianco candido che da il nome alla specie. 

Un esemplare diverso di antilope è il kudu minore, è una specie endemica dell'Africa orientale, che trova proprio nelle regioni del Kenya il suo fulcro.


Due femmine di struzzo controllano l'orizzonte mentre un maschio si nutre con la testa al suolo 
Altro albero spoglio, altro punto di osservazione e riposo privilegiato. In questo caso a controllare l'orizzonte troviamo un marabù africano, la cicogna avvoltoio.
Solo la sera, dai corridoi aperti del terzo piano dove abbiamo la camera, noto le spettacolari infiorescenze che adornano l'albero che circonda la parte terminale del lodge.


La mattina dopo, nella rossiccia luce del sole nascente, il mondo lentamente si risveglia e così osserviamo un'otarda ben nascosta nel fitto della setrpaglia.  
Tra il fitto fogliame di un cespuglio a bordo pista noto la testa prevalentemente bianca del cuculo fagiano dal sopracciglio bianco.
In campo aperto si può osservare un baobab con gli ingombranti nidi dell'uccello tessitore che nidifica nella stagione secca breve (febbraio).


Ancora un nibbio bianco, ancora a grande distanza.
E per finire lo struzzo maschio che si mostra completamente, a differenza dell'incontro precedente, quando non ha mai alzato la testa dal suo pasto.

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