Il lago Myvatn

Siamo in vaiggio da ore e nemmeno ce ne rendiamo conto! Quando arriviamo all'area geotermica sono quasi le 4 di mattina ed ormai non si vede l'ora di arrivare a destinazione, così la fermata qui è davvero breve, un giro, giusto per respirare un po' di aria fresca e sulfurea, ammirare il paesaggio con i tipici colori dovuti ai residui minerari rilasciati delle fumarole d'acqua bollente e ripartiamo.
Troviamo un posto dove fermarci all'esterno di un campeggio, scopriremo poche ore dopo che all'esterno o all'inerno... si paga uguale! 

Al risveglio cominciamo a girarci attorno e la prima impressione è davvero deludente: ma come???? il paradiso del birdwatching islandese, il lago famoso proprio per questo e.... non c'è niente che galleggia! niente tra le onde, niente sopra al lago, sembra un territorio morto!

Un po' preoccupato e deluso punto deciso verso il museo naturalistico con bar annesso e vista sul lago di Sigurgeir. La struttura è carina ma è un buco di posto a metà di una strada sterrata che poi diventa pure privata per cui non è nemmeno possibile fare una passeggiata.... ed in più non si vede niente!

Va bene, provo a tornare indietro lungo la strada a piedi e.... behh...

Il primo ospite a farsi vedere è il falaropo beccosottile, un limicolo di dimensioni molto piccole che si muove appena sul bordo del lago, spostandosi a volte anche sul ciglio della strada.

E' lì che l'ho addocchiato la prima volta, per poi seguirlo sino all'acqua.
Questo piccolo limicolo è in realtà abbastanza diffuso qui e lo reincontriremo diverse volte durante il giro al lago.




Sui rami della vegetazione bassa che cresce sulla penisola si incontra il solito tordo sassello a cui regalo un altro paio di foto!


Ma poi dal prato si sente forte un canto, e poi si alza... e comincia a volarmi sopra la testa, in tondo, mostrando un atteggiamento di curiosità: è la pittima reale, un limicolo di dimensioni veramente importanti: vederselo volare vicino, sopra la testa, per nulla aggressivo, è una bella esperienza, ti fa sentire davvero in sintinoia con la natura.
Quando poi si appoggia su un piccolo rialzamento del terreno, coperto solamente da erba, sembra quasi volersi mettere in posa per una foto dall'inquadratura perfetta!

La sosta comincia a farsi interessante ma notiamo subito che gli accessi alle sponde del lago sono davvero limitati, contrassegnati da estese zone di proprietà privata con strade sterrate e strette che mal si adattano agli ingombri del nostro motorhome.

Torniamo a Reykjahlid dove pernottiamo nel camping che si trova proprio sulle coste del lago. I posti a dispoizione sono proprio pochi ma, per fortuna, ce ne sono ancora: se arrivate qui dopo la metà giugno il consiglio è di prenotare per tempo, anche perché i prezzi di questo campeggio sono in linea con gli altri ed il posto merita!

Il campeggio ha infatti un accesso al lago e qui incontro il piovanello pancianera, un altro limicolo di piccole dimensioni dai colori perfetti per mimetizzarsi sulle sponde del lago.

 






Ci sono anche le sterne codalunga e, dall'atteggiamento pacifico, è facile intuire che qui non sono nidificanti, preferendo per questa attività le zone vicine all'acqua salmastra dell'oceano.




Tra le tende dei campeggiatori si aggirano invece questi organetti, dai colori particolari, probabilmente in muta. Proprio perchè allo scoperto nell'erba bassa, alle prese con i petali dei fiorellini bianchi che qua e la sono rimasti tra l'erba falciata, il loro comportamento è gaurdingo e non si lasciano avvicinare per niente!
Nelle acque limitrofe al campeggio si muovono alcune anatre d'acqua dolce: qualche moretta e delle femmine di alzavola con la prole.


Ma è nella piccola rientranza che si trova proprio in fondo al campeggio che incontro il tipo più interessante della zona: lo svasso cornuto, con tanto di ciuffo dorato ben in evidenza.
Bisogna ammettere che il campeggio ha offerto incontri più interessanti del museo di birdwatching che... a proposito, è aperto solo 2 ore al giorno, dalle 2 alle 4 di pomeriggio... 


La tappa successiva è esattamente sul lato opposto del lago, si trata di Skútustaðagígar, una distesa di coni vulcanici che affiorano dalle acque del lago, creando un percorso pedonale di poco meno di 3 km. 
Bello e interessante, sia il giro tra i crateri che il giro poi tra le zone d'acqua delimitate dai vulcani.
E questa è un'altra zona di incontri molto interessanti:
in volo veloce sopra ai laghetti passa prima una femmina e poi una coppia di smerghi minori, la femmia davanti ed il maschi dietro.






Ma l'incontro più emozionante è con la strolaga maggiore, uccello acquatico di grandi dimensioni dedito in questo momento alla cure della prole, si infastidisce facilmente se si sente osservato con insistenza e infatti si fa sentire lanciando il suo verso.
Interessante che due uccelli che non appartengono alla stessa famiglia ma coprono la stessa nicchia ecologica mostrino un metodo simile nella cura della prole: anche la strolaga maggiore, così come lo svesso maggiore, tiene i pulcini sul suo groppone, pronta a proteggerli tra le sue ali.
Beh, come dire, ma quanto era sbagliata la sensazione di delusione iniziale di fronte a questo lago! ... e non è ancora finita!

Poco distante l'incontro con il quattrocchi d'islanda, variante localde del quattrocchi il cui maschio, come si vede dalle foto sottostanti, è caratterizzato da ali con una maggior predominanza di piume nere rispetto al quattrocchi generico.
Qui di fianco invece la femmina, completamente diversa, mostra una testa particolarmente grande.


Se poi parliamo di uccelli particolari, che dire della moretta codona? strana, con una coda lunga e stretta, spesso tenuta a filo d'acqua

E dopo l'immancabile saluto della sterna codalunga,
nella parteconclusiva del percorso, quando ci si allontana un po' dalle acque del lago, anche l'immancabile tordo sassello non fa mancare il suo saluto!
Lasciamo così la zona dei coni vulcanici, con un ultimo sguardo dall'alto al cono principale

Resta un'ultima zona da visitare: il Kalfastrond, qui incontriamo qualche esemplare di limicolo già visto in precedenza e qualche gruppo di morette ma la presenza più intensa è quella dei moscerini! Sarebbe meglio definirli mosceroni viste le diensioni. Non pungono ma sono davvero insopportabili, costringendo ad agitare continuamente le mani nel tentativo di non ingoiarli anche semplicemente respirando.
Ciò che caratterizza il luogo e lo rende una meta ineressante sono le strutture di roccia generatesi dal raffreddamento rapido della lava al contatto con le acque del lago.
Salutiamo così definitivamente il lago Myvatn, così "deludente" da essersi meritano un capitolo tutto suo!








































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