Verso sud

Laggiù, a sinistra, c'è ancora l'oceano, abbiamo da poco lasciato la 612 per tornare sulla 62, in modo da lasciare definitivamente la pensisola. Poche curve in salita e siamo in mezzo alla neve, con i torrenti del disgelo che, impetuosi, le corrono di fianco.
Azzurro e bianco si alternano spesso al nero, al verde o al viola.






 

Lungo la strada verso sud, prima di abbandonare la litoranea per addentrarci un po' nell'entroterra, c'è tempo ancora per qualche incontro interessante, come quello con la pettegola, che non è la domestica dell'appartamento di fronte ma un limicolo.

O quello con il mugnaiaccio, un grosso gabbiano dal piumaggio alare più scuro e dalle zampe rosate, la caratteristica che rende più facile la sua identificazione.



L'ultima fermata lungo la costa é nel porto di Búðardalur, paesetto da 300 anime scarse che però ha un bel porticciolo, non ancora sfruttato.
Incuriosito dalle mura del porticciolo decido di farci il giro.... che fortuna sfacciata: alla fine del giro, nel punto più lontano (sarà 100 metri l'intero giro? forse no!) mi imbatto in una uria nera solitaria. A vederla così, galleggiare tra le onde, da più l'impressione di un rallide che di un alcide... mi ci vuole un po' di sana ricerca sul librone per capire che nell'identificarla, sto guardando in una direzione completamente sbagliata.



Nell'entroterra il punto più interessante da cui passiamo è il complesso vulcanico (sono 2 bocche) di Grábrók. I vulcani e le passerelle per salirci si notano ancora dalla strada, così decido di fermarmi per fare una sosta esplorativa.
Si sale facilmente sino al cratere, anche se il vento è sempre teso. Nonostante questo decidiamo di fare il giro anche della sommità del cratere, per guardare dentro dall'alto.
A vederlo da quassù sembra quasi ci sia un cratere dentro il cratere!
Per completare il giro, l'ultimo tratto, lo facciamo rannicchiati, quasi a 4 zampe: il vento da l'impressione di poterci buttare giù e siccome le raffiche più intense sono improvvise, è meglio essere pronti per non farsi sbilanciare.
Da quassù si vede benissimo la città sottostante, Bifröst.

Acqua all'orizzonte, vulcano su cui siamo, erba, vegetazione bassa, se non nulla, agglomerato urbano minuscolo... manca giusto un po' di neve e poi sarebbe il riassunto perfetto di tutta l'Islanda.... non servirebbe vedere altro, no?!?!?!?

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