Ingólfshöfði

Partendo da Vik e continuando sulla A1, il paesaggio offre ancora delle spettacolari cascate verticali, immerse in un mare d'erba verde brillante, almeno per un po', perché poi l'estetica del paesaggio cambia radicalmente e ci troviamo in ua distesa coperta da ciottoli più o meno rotondeggianti, di dichiarata origine vulcanica, ricoperti da uno spesso strato di muschio.

Questo muschio, dal colore indefinibile, è assolutamente protetto, è fatto divieto di calpestare al di fuori del brevissimo tratto di visita ad anello che si dipana da uno dei pochi punti di sosta che troverete lungo la via, sul lato est della strada.
Più avanti anche i muschi non riescono più a colonizzare il terreno e così abbiamo il letto di un fiume glaciale che mostra ancora una volta la sabbia nera di origine lavica.
E' in questa zona dall'aspetto desolato che incontriamo uno stormo di oche facciabianca.... decisamente mimetiche: l'acqua chiara che riflette la luce del sole fa da contrasto con la sabbia di lava nera, così come le piume bianche fanno da contrasto con quelle nere!


Mentre fotografo queste oche un altro uccello, a noi molto noto, si posa poco distante... behh, la ballerina bianca sembra davvero più adatta a questo ambiente, vedendola poggiata nel nero greto del fiume.



Infine arriviamo a Ingólfshöfði, punti di partenza dei tour organizzati per andare a vedere i pulcinella di mare... se solo fosimo arrivati in orario decente! Peccato che coma al solito non ci rendiamo conto dell'ora e arriviamo a servizi ormai chiusi quindi non ci resta che ammirare il percorso di avvicinamento tramite trattore che viene seguito e che si interrompe di fronte ad un largo guado.
Tutto intorno un terreno pianeggiante  ma dal fondo decisamente sconnesso, fa da sfonto ai passaggi aerei delle onnipresenti beccacce di mare.


Qui però i loro nidi sono predati dal labbo, un grosso uccello (apertura alare 1.10m ) della famiglia degli stercorari il cui piumaggio ha il colore dello sterco!

Nel tentativo di scacciare questo predatore assisto ai vogli di disturbo del coraggioso genitore di beccaccia di mare che, sebbene nettamente più piccolo, si arma di tutto il suo coraggio per allontanare il labbo e fargli perdere le indicazioni di dove si trova il nido.

Così il labbo, rimasto senza cena, si riposa sconsolato su un lieve rialzamento del terreno, prima di allontanarsi rapidamente mostrando, mentre è in volo, la particolarità delle timoniere centrali lunghe ed appuntite a sporgere nettamente dalla cosa, cosa che ne facilita la distinzione dal più gande stercorario maggiore.















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