il paradiso dei pulcinella di mare


Con negli occhi ancor il scintillio dei ghiacci della laguna, ci dirigiamo verso nord. La strada è lunga, perché costeggia molti fiordi, entrando e uscendo da ogni insenatura. La A1 punta poi verso l'interno ma, sorpresa, si trasforma rapidamente in una multtiera a due corsie, con pendenze improbabili e buche ovunque. Il nostro povero motorhome sembra piegarsi, soprattutto a causa del vento che si sta alzando ed aumentando rapidamente di intensità, con raffiche impossibili. Desistiamo, torniamo indietro e riprendiamo a costeggiare i fiordi, su strada asfaltata e con pendenze più graduali. Puntiamo a raggiungere Egilsstaðir, tappa intermedia, cittadina che si trova su un nodo di strade che si diramano in molteplici direzioni. La raggiungiamo con un tempo di percorrenza notevolmente superiore alle nostre aspettative, così eliminiamo la visita a Seyðisfjörður, interessante per la sua architettura, e puntiamo a Borgarfjörður Eystri, punto d'ingresso per il mondo dei pulcinella di mare.
Lungo queste strade non è improbabile imbattersi in pecore più o meno isolate, in genere se ne stanno ai lati della strada, ma qualche volta si piazzano in caraggetta, occupandola interamente... in fin dei conti questo mondo è essenzialmente loro!
La strada per Borgarfjörður Eystri è.... uno sterrato in manutenzione. Cominciamo a capire qui la logica delle strade Islandesi: questa strada è a due corsie ed ha il limite di veocità ad 80 km/h. Con un SUV è possibile efetivamente arrischiarsi a percorrerla a quella velocità ma un motorhome a trazione anteriore fatica a consentire una velocità che è meno della metà.
Lungo la strada l'incontro con le renne che intravvediamo in un prato recintato, decisamente distanti dalla strada. E' una bella mandria i cui elementi stanno abbastanza vicini tra loro.
L'ultimo pezzo di strada è un'esperienza tra nubi, nuvole e pioggia, poi finamente Borgarfjörður Eystri con il suo campeggio. 
Ci sistemiamo per la notte e al mattino l'amara sorpresa: il tempo è peggiorato e non ci si muove: nelle regioni circostanti il vento è oltre il limite consentito e anche qui non scherza, è preferibile riposare.

Il paese fa fronte al grigiore del cielo con i colori sgargianti di edifici e tetti. L'edificio rosso è il museo locale!
A sera poi, finalmente si placa ed appare persino il sole. Ci dirigiamo così verso il poco distante porto di Borgarfjarðarhöfn, dove i ghiacci e le nevi montane si avicinano molto alle acque oceaniche.
 

Nel piccolo porto girano indisturbati gli edredoni che non ne hanno a male se per questa volta non li disturbo più di tanto, visto che la mia attenzione è attirata altrove.
Sul piccolo dosso che sovrasta il piccolo porto c'è un'immensa colonia di pulcinella di mare. Se ne stanno lì, a scavare i loro nidi, a prepararsi per la cova, a rimpinguarsi di pesci e fanno tutto questo incuranti degli umani che, con fare affascinato e sognante, camminano sulle apposite passerelle completamente rapidi ed affascinati da questi pennuti palmati.
Non serve il teleobietivo per una foto ricordo del simbolo dell'Islanda....

... ma di sicuro il teobbietivo aiuta ad avere una maggiore qualità del ricordo!


 

E' impossiible controllarsi e smettere di fotografare questi teneri animali... che posi sono teneri per noi che ci facciamo coinvolgere emotivamente dal taglio dei loro occhi che da loro un'espressione quasi triste, ma questi uccelli nuotatori sono dei pescatori spietati, in grado di volare a 80 km/h e scendere sino a 60 metri di profondità: delle efficientissime macchine da pesca e i loro becchi, carichi di prede, lo testimoniano chiaramente.
Eppure si fa fatica a crederlo, tanto sono buffi e sgraziati nel prendere il volo e in atterraggio: a causa delle ali piccole sono costretti a movimenti veloci e quindi l'atterraggio sembra più una caduta controllata!


E mentre qualcuno si sposta nell'erba, mettendosi in posa, abbellendosi con i fiori gialli del posto, capita di osservare un comportamento notato altre volte in altri uccelli:
anche gli uccelli sbadigliano!!!


Ma su questa montagnola non ci sono solo i piulcinella di mare: anche gli edredoni salgono sui prati a brucare, mentre tutto attorno 5si preparano a nidificare le gavine 

E i fulmaro svolazzano in giro lanciandosi dall'alto della scogliera.


Si fa sera, ma il viaggio deve proseguire, non abbiamo in programma un'altra notte qui, dobbiamo partire per ragiungere il lago Myvatn.
Durante il percorso però, nuovi incantevoli scenari rellentano il nostro viaggio, impossibile non fermarsi ad ammirarli, anche senza prendere nota della posizione da cui si scatta.

E siamo ancora una volta rapiti dai contrasti: il sole illumina le cime innevate mentre a valle il nero del suolo lavico prende intensità dalle ombre dell'infinito crepuscolo estivo.



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