03 - Toba e l'isola delle perle di Mikimoto

Da Odawara si scende con gli Shinkansen sino a Nagoya. Nell'immensa stazione della città della Toyota si lasciano i velocissimi Shinkansen per salire su un tradizionale treno locale a gasolio dall'aspetto curato ma anche antiquato e poco aereodinamico: esteticamente, dall'esterno, i nostri minuetti sembrano davvero un'altra cosa.... poi sali e i parametri si ribaltano: questo treno ha più posti a sedere, nonostante sia più corto, e tutti con il sistema "sempre fronte marcia": tutti i treni che abbiamo preso, quando arrivano al capolinea e devono invertire il senso di marcia, hanno un sistema manuale per cui tutti (o quasi, sui locali ci sono delle eccezioni) i sedili vengono girati in modo che il passeggero abbia sempre lo sguardo in avanti.

Ma torniamo al viaggio: sul percorso per Toba si trova Suzuka. Purtoppo per visitare l'autodromo servirebbe una deviazione di mezza giornata e il tempo in un viaggio itinerante è tiranno, tuttavia, aguzzando lo sguardo, in mezzo alla boscaglia, si possono intravvedere le strutture dell'autodromo teatro delle reciproche scorrettezze tra Senna e Prost e di altri eventi di sport e di vita (RIP Jules).  


Attorno  alla grande città di Suzuka si apre un mondo rurale fatto di piccoli agglomerati urbani e grandi estensioni coltivate a riso.


I fiumi, in questa zona, sebbene non particolarmente lunghi, sono decisamente larghi nel loro delta, come ad esempio il Miya.


Ma eccoci finalmente a Tobe, piccola città di mare sorvolata da coppie di nibbio bruno.
Che sia piccola ci si rende conto subito, osservando la cartina stampata nella pavimentazione del marciapiede antistante la stazione: un benvenuto carino e simpatico.







Così come carino è l'hotel che ci aspetta, una struttura finalmente un puro stile giapponese, tanto che ad attenderci in camera, disteso sul tatami, c'è il futon.
Spenderei a questo punto due parole sugli alloggiamenti giapponesi: sempre, in ogni luogo e in ogni dove, il servizio in camera comprende docciaschiuma, sapone, shampoo, balsamo, dentifricio, spazzolino e, a richiesta, anche lametta da barba (già detto che qui sono maniaci della pulizia personale vero?). In camera, in tutti gli hotel, viene dato in dotazione il pigiama: un kimono da notte!
I bagni meriterebbero un capitolo a parte, soprattutto per il wc: bidet a puntamento automatico con regolazione di getto e temperatura incorporato ed asse preriscaldato fanno del trono un vero posto di confort e relax!

Ecco il Torii all'ingresso della città, stranamente bianco, il primo e unico visto di questo colore ma, cercando in internet, non è così infrequente, forse perché il suo scopo è diverso: qui non indica l'ingresso ad un tempio, come fanno i torii rossi, ma l'ingresso ad un paese.

L'attrazione principale di Toba è l'isola delle perle di Mikimoto, un'sola immersa nel verde, raggiungibile dalla città attraverso un ponte pedonale e dedicata alla rievocazione storica di quello che era il lavoro di raccolta delle perle. Il museo a tema dell'isola raccoglie un po' tutti gli ambiti: quello biologico, con la descrizione del ciclo di vita delle ostriche, dei modi di coltivazione delle perle naturali e della differenza con quelle artificiali, con la spiegazione dettagliata di come viene innestato nelle gonadi del mollusco il corpo esterno, composto da madreperla e conchiglia, che diventa il nucleo della perla artificiale.
Nel piazzale antistante al museo fa bella mostra di se la statua dedicata a Mikimoto, il primo ad intuire il potenziale commerciale delle perle e ad avviare l'industria di sfruttamento delle ostriche in questo luogo.
Nel museo esempi di coltivazioni, spaccati delle strutture apposite ed alcune realizzazioni di modelli ed oggetti finemente decorati con le perle di Mikimoto.
Ovviamente non manca un negozio specializzato nella vendita di queste perle e di perle di altra provenienza, più o meno pregiata. 




Il Nel mare antistante l'isola viene invece insegnata la rievocazione storica della raccolta delle ostriche, con le raccoglitrici in costume d'epoca che mostrano come si svolgeva l'attività di ricerca in apnea sul fondo. La barca arriva, le raccoglitrici si tuffano una ad una, distanziate di una decina di metri, con una cesta galleggiante legata alla vita attraverso una lunga corda da srotolare per andare in immersione.
Dopo essere sparita alla vista per qualche interminabile minuto ritornano in superficie adagiando il prezioso raccolto nella cesta. Il battello infine ritorna e permette loro la risalita per riportarle a riva, sull'atro lato dell'isola.
Come attrazione, oltre all'isola delle perle, Toba ha anche un acquario che non abbiamo visitato: da fuori sembra proprio piccolino.
Bella invece la piazza principale affacciata sul mare e decorata con una fontana abbellita da statue di delfini giocosi.
Simpatico il lampione storico in legno dalla costruzione che simula altri lampioni presenti nei complessi templari, dove però sono di pietra. Fa una luce veramente fioca.



Oltre a poche case in stile antico, in questa città abbiamo visto i cartelli di allerta tsunami con le indicazioni su quale sia la via più vicina per portarsi rapidamente in alto.



























Commenti

Post più popolari